For our English speaking friends, click here for the Google translated version.
In questo numero i SEMI nascono allo Zenit alle Hawaii, il GERMOGLIO attecchisce grazie all’immaginario e le LINFE scorrono verso Matera. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Alberi, parassiti, albi illustrati e design per la politica dalla newsletter
Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify. Brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 bioacustica, un metodo di studio non invasivo per esaminare la biodiversità in ecosistemi come le foreste pluviali. Studiare la biodiversità, quindi raccogliere i dati ed analizzarli, è sempre stato uno sforzo costoso e difficile. Come ottenere le informazioni su vasta scala e per diversi anni? Ricercatori e ricercatrici stanno riempiendo le foreste di microfoni.
🍃 Large Nature Model, il primo modello di IA generativa open source al mondo dedicato esclusivamente alla natura. Il progetto di Refik Anadol, uno dei più importanti artisti new media al mondo, è basato su un grande dataset di immagini dei nostri ecosistemi, e promette di aiutarci a guardare la natura diversamente.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
immaginario: aggettivo per descrivere qualcosa che è effetto d’immaginazione, che non ha fondamento nella realtà. La sfera dell’immaginazione si costituisce e si può riconoscere attraverso i miti, la produzione letteraria e cinematografica, la pubblicità
La parola immaginario si ricollega subito alla collettività: specchio di una comunità che accoglie e vivifica le proprie conoscenze culturali preesistenti, riconoscendo (coscientemente o, il più delle volte, inconsciamente) la tradizione di una realtà culturale, i miti tramandati di padre in figlio e i valori collettivi. Oggi, però, non vogliamo parlare solo di immaginario: per far attecchire questo germoglio, bisogna spostarsi un po’ a lato per trovare la parola "immaginifico". Quale differenza? Quale rapporto?
L’invenzione di “immaginifico” è attribuita a Anton Maria Salvini, grecista del 1700: nel tradurre Platone cercava una parola che rendesse l’eidolopoiós greco, ossia il carattere di chi crea le immagini, particolarmente azzeccato per chi scrive e chi fa arte. L'immaginifico parte dalla forza creativa di un singolo e lo porta a superare il confine del "possibile", a spingersi oltre, creando qualcosa di dirompente che, poi, l’immaginario può accogliere, reinventandosi.
Da un lato c’è quindi un immaginario che pre-esiste e dall’altro un immaginifico che viene creato. E per le foreste? Qual è l’immaginario? E quale l’immaginifico che lo reinventa?
Le due storie Mangrovia di questa settimana:
🍃 La memoria dei licheni. La micro-foresta che ci sopravviverà in futuro.
I licheni, organismi simbiotici che risalgono ad oltre 600 milioni di anni fa, hanno tempi di crescita molto lunghi, forme e geometrie fluide e si possono adattare ai più disparati ambienti. L’opera collettiva Shimmer ci spinge ad osservarli per costruire, oggi, una memoria più sostenibile per il futuro
🍃In cerca di Pan. Il mito della terra selvaggia nell’era ipertecnologica. Cosa resta ai nostri giorni di Pan, il dio ozioso delle terre selvagge? Riusciamo ancora a contrapporlo al titano Prometeo e alla sua logica di prestazione, di cui la tecnica è insieme causa ed effetto? Cosa insegna la riflessione di Friedrich Georg Jünger ai tempi del nazismo?
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Quali sono le sfide e le opportunità che si presentano oggi a chi vuole costruire un terreno comune per immaginare futuri collettivi? Come facciamo crescere la nostra foresta? Come abilitiamo la potenza rivoluzionaria della fantasia e la uniamo a quella operativa della collaborazione? Quali sono le alleanze di cui abbiamo bisogno per praticare la trasformazione che desideriamo?
Queste sono alcune delle domande che guideranno la XIV edizione della Summer school 2024 “Siamo Foresta - Praticare terreno comune” organizzata da RENA. L’edizione 2024 parte dalla consapevolezza che le nostre vite, e quelle di tutti gli esseri viventi, sono “inestricabilmente interconnesse nella grande rete della foresta; ispirate alla catena delle interrelazioni e al linguaggio con cui il resto del mondo parla e ci parla” (Kohn, 2013).
Se vuoi sperimentare delle nuove modalità per il cambiamento ed entrare a far parte di una foresta di persone affini a te, tra chi fa ricerca, politica, attivismo e innovazione sociale, fino al 14 luglio puoi candidarti per partecipare alla settimana di laboratori multidimensionali divisi in quattro parti:
PARTE 1: “RICONOSCERE LA FORESTA. APPROFONDIRE, ANDARE NEL PROFONDO” per decentrare lo sguardo e attivare connessioni;
PARTE 2: “STARE NELLA RADURA. ATTRAVERSARE IL VUOTO” per “distrarre” il pensiero razionale;
PARTE 3: “IL TERRENO SU CUI CRESCIAMO. GLI ALBERI PARLANO” per sperimentare nuove modalità di attivazione per il cambiamento
PARTE 4: “E NOI (C’AMMA FA)? LA FORESTA CRESCE” per adottare uno sguardo meridiano e improntato all’(agit)azione politica e sociale
A Matera, dal 29 al 1 settembre: qui il sito
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Questa settimana tra le chiome proponiamo un approfondimento da
: la newsletter del magazine online di cultura visiva, Frizzifrizzi, nato alla fine del 2006 e che si è affermato come uno dei punti di riferimento, nel panorama italiano, per arte, design, libri, e riviste indipendenti.Nella newsletter “Alberi, parassiti, albi illustrati e design per la politica” si parla dei territori colpiti dalla tempesta Vaia nel Triveneto, un evento meteorologico estremo che ha interessato il nord-est italiano (in particolare l'area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete) dal 26 al 30 ottobre 2018, con venti con velocità "uragano" di grado 12. L’Università di Padova sta facendo ricerca, usando dei sistemi satellitari che si chiamano LIDAR, tecnologia che in Mangrovia abbiamo già incontrato nell’articolo Fotografare l’acqua. L’Internet of Water tra monitoraggio e rappresentazione e che permette, in questo caso, di vedere se sono caduti degli alberi in zone non visibili.
Giulia Ficicchia per frizzifrizzi ha intervistato il fotografo Matteo de Mayda sul suo progetto There’s no calm after the storm:
«Io ho fotografato un momento, che ha un prima e un dopo che non si ferma. Con Vaia identifichiamo una notte, ma ciò che l’ha provocata continua».
Con una diversa accezione, anche noi speriamo che non ci sia calma dopo questo mese dedicato alle foreste, che i nostri articoli e approfondimenti abbiano generato movimenti del pensiero e cambiamenti nelle azioni quotidiane e collettive.
Per ricordarci sempre della foresta che ci circonda ed è parte di noi.
E non averne più paura.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
Vuoi sponsorizzare i prossimi numeri con un contenuto che parla del tuo progetto, della tua azienda o della tua ricerca? Trovi tutte le informazioni qui oppure scrivi a sponsorship@mangrovia.info.
Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.