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In questo numero i SEMI viaggiano verso Roma, il GERMOGLIO attecchisce in un quartiere, le LINFE scorrono verso una selezione per project manager. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: l’articolo Indigenous Australian Art da Artfacts
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
Se ancora non l’hai fatto, ti chiediamo di compilare un breve questionario per aiutarci a rendere questo progetto sostenibile.
🍃 Sabato siamo stati Creators Day al @DumBo di Bologna (Via Camillo Casarini, 19) ed è stata una giornata ricca di spunti e nuove idee di collaborazione. Se siete passati dall’area Expo, vi ringraziamo per le belle contaminazioni, siamo felici di esserci finalmente incontrati di persona! 💫
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana, la voce che compone l’articolo di oggi:
🍃 NextCityLab, laboratorio partecipativo per una città inclusiva e sostenibile, nato con l'obiettivo di avviare uno spazio generativo di idee e pratiche per contaminare saperi scientifici e saperi dei cittadini.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
quartiere: nucleo o settore che, all’interno di una città, si individua rispetto al restante agglomerato urbano per particolari caratteristiche geografiche e topografiche, funzionali, storiche e anche etniche.
La parola "quartiere" deriva dal latino quartarius ed è la “quarta parte” di qualcosa, nello specifico della città che, in epoca romana, veniva spesso divisa in settori per facilitarne l’amministrazione e l’organizzazione. Da lì, il termine ha assunto il significato più ampio di porzione urbana delimitata, con una sua identità, inserita in un organismo più grande che è la città.
Il quartiere però non è solo una porzione di spazio sulla mappa ma è una dimensione umana. È il luogo dove si conoscono i volti, si riconoscono le abitudini e le prime relazioni prendono forma: un ambiente intermedio tra l’intimità della casa e l’anonimato della città.
I dialetti, gli odori, i negozi di prossimità, i murales, le scuole e luoghi di ritrovo formano un senso di appartenenza e un modo di stare al mondo. Nominare una parte di città come "quartiere" significa non solo identificarla, ma distinguerla per le caratteristiche proprie, storie, funzioni e comunità, ossia per il suo microcosmo culturale.
Ci sono, poi, quartieri che esistono sulle mappe, ma che nessuno riconosce come tali, e altri che non hanno confini ufficiali, ma sono radicati nella coscienza collettiva, secondo una topografia che si intreccia alla memoria e alle emozioni. Ci sono quartieri dimenticati, passati e potenziali, quartieri rigenerati.
Chiamare qualcosa “quartiere” è, allora, un atto che unisce logica e affetto, ordine e identità, spazio e cultura. Non è solo dove si vive ma anche il come lo si vive.
La storia Mangrovia di oggi parte dal Quarticciolo di Roma per parlarci di rigenerazione urbana, bellezze nascoste e legami potenziali:
🍃Fotografare per mappare. La cartina partecipativa anti-stigmatizzazione. Nel cuore del quartiere Quarticciolo di Roma prende vita NextCityLAB, un progetto di terza missione dell’Università La Sapienza che unisce ricerca partecipativa, educazione civica e fotografia. Coinvolgendo studenti universitari, bambini della scuola primaria e realtà territoriali, il progetto ha dato vita a una (contro)mappa partecipativa della “bellezza invisibile”, strumento narrativo e pratico per contrastare gli stigmi territoriali.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
In una delle nostre prime newsletter parlavamo di One Health attraverso il progetto promosso da ESG Culture LAB, Healthware Group e Fondazione MSD. Oggi vogliamo tornare su questo tema con uno sguardo più operativo e concreto nel contesto della salute pubblica e dell’innovazione. Ti segnaliamo l’avvio di una procedura di selezione promossa da ART-ER per una figura professionale ad alta specializzazione (Project Manager), con l’obiettivo di rafforzare le attività del Presidio Tematico Salute e contribuire attivamente all’implementazione di progetti di ricerca e innovazione, in particolare nei settori delle LifeSciences e dell’Healthcare.
Se vuoi operare in un contesto dinamico e ad alta specializzazione, con un ruolo chiave nella gestione e coordinamento di reti per l’innovazione, a livello sia regionale che europeo, puoi inviare la tua domanda tramite PEC a art-er.procedure@pec.it.
Le domande devono pervenire entro e non oltre le ore 13:00 del 20 giugno 2025.
Trovi tutte le informazioni qui.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
L’arte aborigena australiana ha radici antichissime, risalenti a 40.000–60.000 anni fa. Oggi rappresenta una pratica culturale profonda, basata sul racconto delle storie di creazione del mondo, conosciute come Tjukurrpa, Dreaming o Dreamtime. Il punto di svolta fu l’introduzione della pittura acrilica nel 1971 e la nascita del movimento del Western Desert, che contribuì ad accrescere l’interesse del pubblico occidentale.
Perchè ti raccontiamo questo? Uno degli aspetti più significativi dell’arte indigena australiana contemporanea è la sua capacità di rovesciare certi stereotipi ancora diffusi nel mondo dell’arte. Tra le chiome di questa settimana ti proponiamo una lettura in cui trovare alcuni dati interessanti:
- il 54% degli artisti indigeni australiani sono donne;
- l’83% ha più di 60 anni.
Emily Kame Kngwarreye (1910–1996), Sally Gabori (1924–2015) e Bill Whiskey Tjapaltjarri (1920–2008), i tre protagonisti dell’articolo, rientrano in quel 83% di artisti longevi che hanno cominciato a dipingere con mezzi moderni solo in età avanzata, pur avendo probabilmente già praticato forme tradizionali di espressione artistica.
Siamo abituati a puntare lo sguardo verso i giovani talenti emergenti, ma rischiamo così di perdere il valore profondo che risiede nell’arte di chi ha vissuto molto. Questa è un’altra storia per guardare agli artisti anziani e a visioni del mondo che meritano di essere ascoltate, viste e riconosciute.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
Vuoi sponsorizzare i prossimi numeri con un contenuto che parla del tuo progetto, della tua azienda o della tua ricerca? Trovi tutte le informazioni qui oppure scrivi a sponsorship@mangrovia.info.
Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.