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In questo numero i SEMI viaggiano verso l’Umbria, il GERMOGLIO attecchisce grazie alla cultura, le LINFE scorrono verso una call per l’Ucraina. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: La società del rischio di Ulrich Bech.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana le due voci che compongono l’articolo di oggi:
🍃 Teresa Fallavolita, giornalista nata in un minuscolo paesino tra le colline dell'Umbria che ha capito che la cosa che più le piace è ascoltare e raccontare storie, dare voce a persone e realtà diverse e spesso marginalizzate. Particolarmente interessata alla questione di genere e al tema delle migrazioni, da qualche tempo fa la giornalista: dopo una parentesi con Fanpage, adesso collabora con Repubblica.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
cultura: s. f. [dal lat. cultura, der. di colĕre «coltivare», part. pass. cultus; nel sign. 2, per influenza del ted. Kultur]. L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza [...] da semplice erudizione in elemento costitutivo della [...] consapevolezza di sé e del proprio mondo.
Tra i germogli di questa settimana, vi proponiamo forse una delle parole più difficili trattate, una parola che è stata e continua ad essere una forma di confine, una linea di separazione.
Storicamente, la cultura ha infatti diviso quanto ha unito: ha tracciato barriere tra “noi” e “loro”, tra ciò che è considerato colto e ciò che è ritenuto primitivo, tra sapere legittimo e conoscenze marginalizzate. Le culture dominanti hanno spesso imposto i propri modelli come universali, relegando altre visioni del mondo ai margini, quando non le hanno cancellate del tutto, escludendo pratiche popolari, tradizioni orali, conoscenze indigene, saperi femminili.
Ma “fare cultura” resta l’atto umano di sottrarre un frammento all’indifferenza del caos, di guardare l’infinito fluire del mondo e dire: “Qui c’è senso”. Ne Il metodo delle scienze storico-sociali del sociologo Max Weber si legge, infatti, che “la cultura è una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo” e proprio in questo gesto sta il nostro essere culturali: esseri che scelgono, che osservano, che attribuiscono significato.
Comprendere, allora, davvero l’atto del fare cultura oggi significa interrogarla, rimettere in discussione le sue categorie ereditarie, non per cancellarle, ma per allargarle, renderle più vive, più giuste. Significa decostruire per smontare le categorie epistemologiche e ontologiche tradizionali che dividono in modo rigido qualcosa che è dentro da qualcosa che è fuori: la scienza dalla cultura, la natura dalla società.
Questa è la cultura che coltiviamo in Mangrovia e vi proponiamo ogni settimana.
Questo è l’articolo in cui vi raccontiamo come lo facciamo:
🍃Un anno nuovo per Mangrovia. Dove sono le nostre radici e dove tendono le nostre chiome. Un articolo che ripercorre ciò che abbiamo fatto per capire cosa cambia e cosa resterà in questo nuovo anno di articoli, interviste e collaborazioni editoriali. Dedicato a chi ci legge da un po’ e a chi ci leggerà.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
“A Discovery Guide for Recovery” – un progetto co-finanziato dal programma Creative Europe – ha appena lanciato una call per sei artistɜ (scrittorɜ, poetɜ, fotografɜ, illustratorɜ, di cui due ucrainɜ) interessati a co-progettare con le comunità ucraine una guida “nonturistica” sul presente e il futuro dell’Ucraina. Ispirandosi alla Sarajevo Survival Guide, prodotta da un collettivo di artisti e artiste nel 1992 durante l’assedio della città, e al metodo Nonturismo per il coinvolgimento artistico delle comunità in aree rurali e fragili, il progetto coinvolgerà per due anni (gennaio 2025 – dicembre 2026) comunità locali, artistiɜ ucrainiɜ a rischio e artistɜ internazionali in un processo collettivo di redazione.
Il risultato co-creato sarà una guida di viaggio artistica sul distretto ucraino di Bakota, pensata per aiutare la comunità internazionale a orientarsi nella complessità dei tempi attuali della guerra in Ucraina. La guida sarà curata da un editore professionista e distribuita in tutta Europa in festival e fiere del libro.
Per maggiori informazioni su cosa offre la call, guarda qui.
Puoi candidarti entro il 30 aprile tramite il Google Form.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Tra i riferimenti teorici che ci guidano nel trovare e approfondire storie interdisciplinari c’è La società del rischio. Verso una seconda modernità di Ulrich Beck, considerato uno dei sociologi più influenti del nostro tempo.
Tra le chiome di questa settimana, vi spieghiamo un po’ meglio perché ci piace. Beck non si limita a misurare i rischi, ma analizza profondamente come la percezione del rischio è mutata nel tempo. Nella società pre-moderna, pericoli e paure erano attribuiti a forze esterne come Dio o la natura, mentre oggi li colleghiamo sempre più al progresso e alla modernizzazione. La modernità stessa è connessa alla proliferazione dei rischi, con conseguenze che si estendono a livello temporale (manifestazioni a lungo termine), spaziale (superando i confini nazionali grazie alla globalizzazione) e sociale (complessità che rende difficile analizzare cause ed effetti).
Per questo impiego il termine “incertezze fabbricate”. L’aspettativa istituzionalizzata del controllo e persino le idee guida di “certezza” e “razionalità” stanno collassando. Non il mutamento climatico, i disastri ecologici, le minacce del terrorismo internazionale, un virus, in sé, ma la crescente consapevolezza che viviamo in un mondo interconnesso – che sta diventando fuori controllo – crea la novità della società del rischio
Questo libro è essenziale per chiunque voglia comprendere le sfide e le incertezze della nostra epoca, offrendo una cornice teorica potente e attuale per interpretare i fenomeni che ci circondano e la necessità di un sapere interdisciplinare.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.