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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit in Brasile, il GERMOGLIO attecchisce grazie al turismo e le LINFE scorrono verso il Social Camp di Borgofuturo. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento:The Nature of Our Cities: Harnessing the Power of the Natural World to Survive a Changing Planet.
Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Prima di iniziare, una segnalazione: se sei appena arrivatǝ qui e di questo progetto editoriale conosci poco o niente, connettiti su neuradio.it verso le 11.50 il prossimo mercoledì 26 giugno: Carlo Ferretti, autore e voce di Zenit, e Josephine Condemi, direttrice responsabile, saranno ai microfoni della redazione di Neuradio, direttamente dagli spazi della fiera Research to Business di Bologna, per raccontare perché abbiamo dato vita a questa rivista e come nasce un episodio del nostro podcast.
Ora puoi riprendere la lettura e, come al solito, riprodurre questo sottofondo musicale su Spotify. Brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 World Park, un progetto per la creazione di un’area di conservazione della biodiversità, estesa su oltre 163 mila chilometri quadrati e che attraversa 55 nazioni lungo tre sentieri. Dall'Australia al Marocco, dalla Turchia alla Namibia e dall'Alaska alla Patagonia: i percorsi servono a legare il maggior numero di aree protette, superare la loro attuale frammentazione e rafforzare la connettività degli ecosistemi naturali.
🍃 Mombak, una società che, nel 2023, ha avviato un progetto per la riforestazione di specie autoctone a Mãe do Rio, una piccola città nello stato di Parà, nel nord del Brasile. Aziende come questa possono creare un nuovo settore in grado di rendere la piantumazione più redditizia dell'allevamento di bestiame?
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
turismo: l’insieme di attività e di servizi a carattere polivalente che si riferiscono al trasferimento temporaneo di persone dalla località di abituale residenza ad altra località per fini di svago, cultura, cura o sport
Con un po’ di nostalgia, parlando di turismo può venire in mente il “Grand Tour”, quel trasferirsi dalla propria località abituale ad un’altra, che voleva dire formarsi: un viaggio di formazione, trasformazione e stupore per una ristretta categoria di ricchi nobili occidentali che ne ha avuto la possibilità a partire dal XVIII secolo. Dalla Francia alla Grecia all’Italia, spostandosi in carrozza fra chiese, biblioteche e pinacoteche, scrivendo diari di viaggio, trattati e disegni, che possiamo ritrovare in qualche museo o collezione.
A parte questo, del Grand Tour, oggi, resta ben poco. Il turismo, trasformato in una grande industria di massa, ha un impatto sui territori, il più delle volte negativo. La degradazione del patrimonio culturale, l’inquinamento ambientale, l’eccessivo consumo di risorse, lo sfruttamento del lavoro: il sovraffolamento turistico - conosciuto come overturism - ha cambiato non solo il modo di vivere i luoghi ma anche di raccontarli. Luoghi che sono percepiti più come oggetti di consumo che non come un’esperienza di trasformazione. Luoghi a cui scattare una foto frettolosa, da spettatore passivo, invece di conoscerli prendendosi del tempo per scoprirne le contraddizioni, gli angoli nascosti, il verde che li abita e che ci comunica sempre qualcosa.
Di comunicazione tra le piante e overturism nelle foreste del mondo parlano le due storie di Mangrovia di questa settimana:
🍃Altre economie delle foreste. Tre storie da Ghana e Indonesia per rigenerare agricoltura e turismo. Il Ghana sta sperimentando progetti sulla produzione di cacao e burro di karité a partire dall’autonomia femminile. Bali prova a salvare le proprie foreste dai troppi turisti, aggregando artisti, fotografi e giornalisti per raccontarne le sofferenze. Il finale dello scontro tra economia estrattiva e rigenerativa è tutto da scrivere
🍃 Come comunicano le piante? Dal Wood Wide Web ai rischi di (pre)giudizi umani troppo umani. Segnali biochimici che diventano codici da decifrare: dalla fine degli anni ’90 è tornato l’interesse verso la comunicazione vegetale. Ma riusciamo a rispettare le piante solo se le rendiamo simili alla parte migliore di noi? [una storia scritta da una contributor d’eccezione questa settimana: Stella Saladino, autrice di “Pensa come una pianta. Modelli cognitivi del mondo vegetale per trovare soluzioni e idee innovative”]
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Qual è oggi il valore del lavoro nella società in cui viviamo? Come difendere e gestire i territori in disuso? Quali sono le fortezze quotidiane da abbattere nelle relazioni interpersonali e interspecie?
Dal 3 al 7 Luglio torna il Social Camp, laboratorio orizzontale di Borgofuturo giunto alla sua settima edizione. Il tema quest'anno è “Sfrontatezze”, per chiedersi collettivamente cosa si considera normale nei nostri mondi, cosa è tempo di cambiare e come attraversare le frontiere dei sistemi prevalenti.
Il campeggio dura cinque giorni e si trova in Val di Fiastra, nelle Marche. Le giornate sono divise in tre aree tematiche: lavoro, territorio e relazioni. Tra i vari workshop noi vi segnaliamo quello della giornata del 6 luglio: “Relazioni interspecie”.
✨Al mattino Accademia della Modernità Democratica - che si fonda sui tre principi della democrazia radicale, liberazione delle donne ed ecologia - proporrà la presentazione di un breve testo sull’ecologia di Abdullah Ocalan riguardo alla critica della scienza positivista.
✨Nel pomeriggio con Driade - un’associazione ambientalista che si occupa di riforestazione - si parlerà di riforestazione come pratica di riappropriazione, cura e rigenerazione di spazi. Ci sarà anche una piccola esperienza diretta di montaggio delle ghiandatoie (sono dei dispenser di semi montati sugli alberi perché gli uccelli li diffondano), produzione di seed bombs e riconoscimento di alberi “habitat”.
Il Social Camp si auto-finanzia ed è necessario un contributo per confermare la registrazione. Per maggiori informazioni puoi visitare questo sito
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
È possibile portare la natura online? Tecnologia e natura rappresentano una dicotomia irriducibile? Come preservare la foresta che vive nelle nostre città?
Questa settimana incontriamo tra le chiome Nadine Galle, un’ingegnera ecologica, conosciuta soprattutto per l'Internet of Nature (IoN), ora un movimento globale di professionistɜ coraggiosɜ in grado di sfruttare le tecnologie emergenti per costruire comunità ricche di natura.
Il 18 giugno è stato pubblicato il suo nuovo libro The Nature of Our Cities: Harnessing the Power of the Natural World to Survive a Changing Planet. Un saggio che si legge come un romanzo e in cui ci si chiede cosa significhi vivere in città, il più delle volte disconnessɜ dal mondo naturale. Viaggiando per il mondo, Galle esamina come la natura urbana possa indicare la strada verso un futuro più sostenibile, una natura (e piccole foreste) da riscoprire e tutelare in città attraverso la stessa tecnologia. Un esempio sono le mappature degli alberi tramite dataset:
Gli inventari degli alberi, che compilano dati sul numero, la specie, l'età, la posizione, le dimensioni e la salute degli alberi in un'area, sono lo strumento più importante per la cura delle foreste urbane. Possono sembrare un lusso per i governi cittadini che si concentrano invece sul trattamento delle acque, sulle ispezioni degli edifici, sulle acque reflue e sulla criminalità. Ma sono la base su cui vengono costruite le foreste urbane resilienti, e un fiorente campo di ricerca mostra che le foreste urbane possono essere importanti tanto quanto le altre funzioni essenziali di una città, per salvare vite umane.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.