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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit con Butoh queer, il GERMOGLIO attecchisce grazie al sonno, le LINFE scorrono verso una call per artistɜ. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento da
.Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 Butoh queer, una forma d’arte che sfida le convenzioni sociali e i confini dell'identità, attraverso movimenti lenti e meditativi. Nato in Giappone negli anni '50 come espressione di ribellione e trauma, spinge ancora oggi a destrutturare le norme di genere e la sessualità;
🍃 cervello dello spettatore. Cosa succede alla nostra mente quando viviamo le storie sul palco o sullo schermo? Il cervello non si limita a osservare, ma si attiva e partecipa, vivendo le emozioni come se fossero reali. Come i neuroni specchio ci permettono di empatizzare con i personaggi? E i suoni? Come sono in grado di intensificare le nostre emozioni?
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
sonno: deriva dal latino somnus ed è uno stato e periodo di riposo fisico-psichico caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà.
Foneticamente la parola sonno ci accompagna già tra le braccia di Morfeo: quella doppia n che è un po’ nasale, morbida, lenta e che sa di lingua che inizia a incespicare quando stiamo per addormentarci e abbandonarci. Il sonno è uno stato sospeso indagato sin dalla notte dei tempi e che, solo recentemente, la scienza ha in parte chiarito con l’alternarsi, nel sonno umano, della fase REM (acronimo di Rapid Eye Movement) e della fase non-REM. La prima importante per sognare, consolidare la memoria e regolare le emozioni, la seconda importante per i processi di recupero e di riparazione fisica.
Ci sono sonni tranquilli e sonni agitati, sonni leggeri e sonni pesanti, sonni tormentati e sonni in cui “ma come ho dormito questa notte che mi fa male tutto”. Anche le piante, a dirla tutta, hanno la loro posizione di sonno. Gli organi di alcune piante come il fagiolo si ripiegano verso il basso in attesa che il sole le svegli al mattino, precise ogni giorno come il ritmo di un metronomo.
Sonno e notte, sonno e morte, sonno e veglia: binomi che si sono intrecciati, inseguiti e influenzati già a partire dalla tradizione greca, dove Hypnos era la personificazione del sonno e fratello gemello di Thanatos, personificazione della morte, entrambi figli di Nyx, la notte.
E oggi, che cosa rappresenta per noi il sonno? E come si intreccia con il tema della performance?
Per scoprirlo, leggi l’articolo di questa settimana:
🍃 Il passato come performance. Lo spazio del verosimile nel progetto Argo. Il cane Argo riconosce Ulisse anche sotto mentite spoglie: cosa ha visto? Il progetto dell’artista Paolo Bufalini, prodotto dall’organizzazione culturale Sineglossa, unisce lo spazio latente dei sogni a quello informatico, in cui le Intelligenze Artificiali generano le immagini a partire da dati non interpretabili e non controllabili. Uno spazio del verosimile, a metà tra quello che è successo e quello che avrebbe potuto o potrà essere, che rilancia la domanda su quanto il racconto del nostro passato sia una performance. Lo abbiamo incontrato.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
L’European Media Art Festival (EMAF) è un luogo di sperimentazione e una realtà che ogni anno offre ai suoi visitatori una panoramica delle attuali produzioni artistiche, programmi cinematografici, mostre e performance. Ogni edizione del festival ha al centro un tema che fa da interfaccia tra pratica artistica, sviluppo tecnologico e realtà sociale come, ad esempio, la relazione tra linguaggio e trasgressione (2019), gli intrecci di io e noi (2020), la comprensione del tempo e della storia (2023).
Ogni anno circa 12.000 artistɜ internazionali, curatorɜ, ricercatorɜ, studentɜ e amantɜ del cinema e dell'arte si incontrano all'EMAF e, per il festival del prossimo anno (European Media Art Festival 2025), è aperta la call per inviare le proprie opere.
La piattaforma online in cui presentare le proposte è ora aperta a tuttɜ gli e le artistɜ multimediali. La trovi qui: https://emaf.filmchief.com/entry-forms.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
A proposito di quel labile confine tra ricordo, sonno onirico e immaginazione, questa settimana tra le chiome incontriamo
, di cui vi abbiamo già parlato nella newsletter #40 a proposito di paesaggi sonori multipli e doppi.Il giornalista culturale Carlo Mazza Galanti ci parla del libro Ucronie (Adelphi, 2024) e dello scrittore francese Emmanuel Carrère, interrogandosi sui passati alternativi, sul che cosa sia la storia per l’autore e se esista un determinismo storico. Ma soprattutto parla di ucronie: narrazioni in cui vengono raccontati avvenimenti storici diversi da quelli realmente accaduti sulla base di un'ipotesi controfattuale (“cosa sarebbe successo se”). Per farlo, Mazza Galanti suggerisce che occorre selezionare un evento passato carico di potenzialità e “da lì imboccare la diramazione temporale alternativa” per lo sviluppo di un nuovo futuro.
Recensendo il saggio sull'ucronia di Carrère, Mazza Galanti si sofferma soprattutto sul quel “qualcosa in più” che il genere dell’ucronia avrebbe rappresentato per lo scrittore francese: uno spazio sospeso in cui si compie l’“insignificante miracolo di un piccolo editing interiore”. E aggiunge:
Non si può che restare ammirati di fronte a una personalità artistica così compiuta, capace già a vent'anni di anticipare i temi e le ossessioni che lo avrebbero accompagnato per una vita [...] Non so se tutta la letteratura di finzione possa definirsi come il prodotto di un'insofferenza al reale, e della volontà eccitata di un io che pretende di ricreare il mondo come lo preferisce. È un'ipotesi affascinante, ma non verificabile. Di certo la letteratura di Carrère si porta dietro questo pesante fardello. Sarebbe anche interessante capire quanto il successo dell'autofinzione, e quindi dello scrittore francese, sia stato determinato dalla capacità di manipolare il mondo e la Storia che lo sviluppo tecnologico oggi sembra offrirci, come se fossimo tutti vittime dello stesso senso di impotenza dell'ucronista, e i fake dell'intelligenza artificiale la nostra opera di finzione collettiva.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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