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In questo numero i SEMI viaggiano verso Roma, il GERMOGLIO attecchisce grazie a una bicicletta, le LINFE scorrono verso Eindhoven. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi dal Festival Internazionale del giornalismo di Perugia.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana, le voci che compongono l’articolo di oggi:
🍃 Filippo Trojano, fotografo e insegnante di fotografia, attore ed autore di sceneggiature. Il suo progetto Strade Parallele, sugli abitanti di vecchia e nuova immigrazione della pianura Pontina, è stato selezionato da Fotografia, Festival internazionale di Roma nel 2012.
🍃 Mandeep, nato e cresciuto vicino a Sabaudia ma trasferitosi a Bergamo tre anni fa per lavorare in un'azienda di logistica. Ha 24 anni e una passione per la fotografia, nata da un laboratorio di Filippo Trojano.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
bicicletta: dal francese bicyclette, dim. di bicycle «biciclo», veicolo a due ruote gommate, poste l’una dietro l’altra, fatto di norma per una sola persona che, a cavalcioni su un sellino, aziona con la forza muscolare delle gambe la ruota posteriore mentre con le mani impugna il manubrio
La bicicletta è quindi mitica, epica e utopica. (...) È al centro di racconti che richiamano in vita la storia individuale insieme ai miti condivisi dalla collettività, sono due forme di passato solidali, capaci di conferire un accento epico ai ricordi personali più modesti. Come sempre, il futuro si nutre di una consapevolezza chiara del passato. La bicicletta diventa così simbolo di un futuro ecologico per la città di domani e di un’utopia urbana di una città in grado di riconciliare la società con se stessa.
Queste le parole di Marc Augé, l’antropologo francese che ci ha lasciato in eredità il concetto di nonluogo e che nel 2009 ne Il bello della bicicletta (Bollati Boringhieri, 2009) decide di analizzare il “nuovo umanesimo dei ciclisti”, quello che riconduce l'esistenza nelle nostre città a tempi e ritmi più sostenibili.
Questo perché c’è qualcosa di profondamente umano nell’atto di pedalare. La bicicletta, con la sua essenzialità disarmante, ci ricorda che il movimento non ha bisogno di eccessi, che spostarsi può essere un’esperienza di libertà e non solo di efficienza. La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto: è una scelta, un gesto, a volte persino una dichiarazione. Pedalare ci restituisce al presente quando i suoni della città non restano fuori da un abitacolo ma ci attraversano. L’aria sul viso, le strade sotto le ruote, gli sguardi incrociati ai semafori: misuriamo lo spazio in movimento con il corpo. Ed è in questo dialogo silenzioso con l’ambiente che ritroviamo una forma di consapevolezza spesso dimenticata.
L’articolo di oggi, un po’ come ha fatto Augé, parte da un argomento quotidiano e apparentemente semplice per rivelare qualcosa in più: non tanto le complesse strutture della realtà quanto una storia di migrazione e di lentezza.
🍃 Antropologia su pellicola. Scatti di comunità che viaggiano su strade parallele. La bicicletta è la protagonista del percorso artistico del fotografo Filippo Trojano, al fianco della comunità indiana di braccianti della Sabaudia. Mandeep e altri racconti raccoglie il frutto di dieci anni di lavoro, in bilico tra arte e antropologia. Un’ode alla lentezza, ma anche alla fotografia intesa come presenza tra corpi e atto relazionale.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Se l’arte del pedalare è un sapere quotidiano, semplice seppur politico, l’alchimia è uno di quei saperi perduti nei retrocessi del tempo ma ancora avvolti da un certo grado di fascinazione. Come possiamo arricchire la nostra comprensione del presente grazie all’alchimia?
La quinta conferenza annuale organizzata dall'European Culture and Technology Laboratory (ECT Lab+) si terrà a Eindhoven il 20 e 21 novembre 2025, ospitata da Baltan Laboratories. Quest'anno, il tema è proprio "Alchemy Today!" e spinge a riflettere sulla figura dell'alchimista come protoscienziato indisciplinato, capace di superare i confini tra il mistico e il razionale, per ispirare nuove comprensioni del nostro mondo in rapida trasformazione. Tra gli interventi, quello del teorico e operatore culturale Ianis Dobrev del Chimerical Intelligence Lab e della ricercatrice Laura Tripaldi della NYU Shanghai.
Entro il 15 maggio, è possibile inviare un proprio contributo interdisciplinare sulla questione etica degli “oggetti digitali” o su come interpretarli e pensarli, oggi e in futuro. Si possono presentare articoli, panel, performance, workshop e presentazioni di poster. Un volume degli atti della conferenza sarà pubblicato nel 2026.
Per maggiori informazioni, guarda qui
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Sempre dal Festival del Giornalismo di Perugia, vi proponiamo una chioma diversa dal solito ma che riteniamo importante per il suo valore umano e di raccolta di altre storie: quelle che tendiamo a non vedere perché distanti e dolorose.
Nell’imponente quanto meraviglioso Auditorium di San Francesco al Prato, abbiamo assistito alla proiezione di Lirica Ucraina, un documentario di 1h e 24 minuti che parte dalle strade di Bucha, la città martire ucraina in cui la reporter Francesca Mannocchi è entrata solo due giorni dopo la liberazione dalle truppe occupanti russe.
“In paesi in guerra la ginnastica quotidiana è dimenticare, perciò il momento alchemico da cogliere è quello in cui i testimoni della guerra hanno voglia di consegnarci la loro storia. E non c’è nulla di più poetico della verità” ha raccontato Mannocchi alla sala gremita.
Attraverso le voci dei sopravvissuti il film esplora, infatti, ciò che rimane quando tutto crolla: la memoria. Non quella storica, ufficiale, ma quella impressa nelle parole di chi è rimasto.
Lirica Ucraina non è solo un documentario sulla guerra: è un viaggio dentro l’animo umano ferito, là dove il dolore si mescola al desiderio di giustizia, e la vendetta convive con la difficile arte del perdono. È un racconto crudo, necessario e che ci costringe a guardare negli occhi la parte più buia dell’essere umano, quella che emerge quando il mondo implode e la guerra si insinua nella vita quotidiana.
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