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In questo numero i SEMI viaggiano verso l’Inghilterra, il GERMOGLIO attecchisce grazie all’anafora, le LINFE scorrono verso una call per progetti formativi a Bologna. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: How a Five-Person AI Team Is Powering Innovation at The New York Times: In Conversation with Zach Seward.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
Se ancora non l’hai fatto, ti chiediamo di compilare un breve questionario per aiutarci a rendere questo progetto sostenibile.
✨ Sabato prossimo, il 19 luglio, questa newsletter non arriverà: ci risentiamo il 26 luglio con un numero più ricco, che ospiterà oltre alla classica programmazione editoriale un contenuto di backstage dal Creators Day di Bologna a cui abbiamo partecipato lo scorso giugno.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana, le voci che compongono l’articolo di oggi:
🍃 Daze Aghaji, un’attivista ambientalista britannica che fa parte del movimento ecologista Extinction rebellion, co-founder di absurd intelligence, un laboratorio di scrittura su democrazia, cultura e ambiente, e Had Art, un collettivo di artisti da tutto il mondo.
🍃 Emma Kathryn, una scrittrice, artista rituale e strega animista anglo-caraibica che, attraverso la scrittura, l’insegnamento e il rituale, esplora la stregoneria come atto quotidiano di cura, resistenza e immaginazione.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
anafora: figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente
Quando pensiamo alla parola “anafora”, la mente corre subito alla retorica: quella figura stilistica che consiste nel ripetere una parola o un’espressione all’inizio di frasi o versi successivi. Un artificio antico, già molto caro ai retori latini, che lo consideravano uno strumento capace di conferire venustas, gravitas e acrimonia (grazia, autorevolezza e incisività). Ma, a ben vedere, l’etimologia greca di ἀναφορά ci dice qualcosa di ancora più profondo: anà- (di nuovo, verso l’alto) e phérō (portare). L’anafora è dunque un ri-portare alla luce qualcosa che va riaffermato, ricordato e inciso nella memoria.
Oggi, nella nostra epoca ossessionata dalla novità, la ripetizione è spesso guardata con sospetto. Sa di noia, di stagnazione e di tempo che si incastra in un loop. Eppure, nell’anafora vive una forma di ritualità che abbiamo dimenticato. Ripetere non è solo ricordare: è ritornare, creare ritmo e dare forma. È così che funziona ogni rituale: attraverso la reiterazione di gesti, parole e silenzi, si apre uno spazio sacro e si costruisce un contenitore che dà senso. La semplicità dell’anafora, “spogliata da ogni eccesso”, nasconde un potenziale enorme: quello di trasformare la ripetizione in esperienza e la memoria in presenza.
In alcune culture questo è ben compreso: nei mantra, nei kata, nei cicli lunari. Il canto dell’Om non è ripetizione sterile, ma un atto meditativo che ci collega a ciò che è più grande. Anche nel cristianesimo, la ripetizione è al centro del rituale: la comunione, l’invocazione dei santi o le preghiere cicliche.
Riscoprire l’anafora, allora, è anche un atto politico e creativo. In un mondo che ci spinge continuamente verso il nuovo e ci dissocia dal corpo e dal tempo, ripetere significa scegliere di rallentare e di essere presenti.
Di rituali, neo-streghe e stregoneria come atto creativo parliamo nella storia Mangrovia di questa settimana:
🍃 La strega è l’ultima ribelle? Rituali e spiritualità contro l’ordine patriarcale. Cosa si cela dietro la figura della strega? È un simbolo di paura o di potere? Una superstizione arcaica o una forma di dissenso? A queste domande si intrecciano le voci di pensatrici, attiviste e praticanti contemporanee, come Daze Aghaji ed Emma Kathryn, che, partendo da pratiche spirituali incarnate, offrono una visione politica e immaginativa della strega come figura di resistenza radicale e cura rivoluzionaria del pianeta Terra.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Hex è un circolo culturale transfemminista e intersezionale con sede a Bologna, dove si incontrano pratiche artistiche, politiche e comunitarie. È uno spazio in cui il sapere si condivide per scelta, come gesto d’amore e di trasformazione collettiva, mai per imposizione.
Sulla bio di Instagram del circolo si legge “spazio di promozione sociale nonché covo di streghe” e non potevamo non proporvi questa call proprio oggi che esce un intero articolo dedicato alla figura della strega.
La call è rivolta a formatorɜ, con l’obiettivo di ampliare la proposta del circolo. Si cercano corsi continuativi (non workshop o laboratori brevi), in linea con l’identità dello spazio: pratiche legate alla cura, al corpo, alla comunità, alla ricerca, all’artigianato, alle arti, ai saperi ibridi e DIY.
Gli spazi a disposizione sono due, con caratteristiche differenti: una sala ampia e adatta al movimento; l’altra più raccolta, ideale per attività di parola, ascolto e costruzione collettiva.
Tra i corsi già attivi a calendario figurano Hatha Yoga, danza, chitarra, astrologia e tarocco bolognese. Coerentemente con il proprio impegno politico e culturale, la priorità viene data a corsi condotti da donne e persone LGBTQIA+.
📩 Per proporre un corso è necessario inviare una mail a booking@hex.bo.it, indicando l’idea e le caratteristiche del percorso formativo.
Per maggiori informazioni, guarda qui sotto:
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Quando Zach Seward è stato nominato primo direttore editoriale delle iniziative di intelligenza artificiale al New York Times, si è trovato nel cuore di una redazione in piena trasformazione. La sua strategia? Niente implementazioni affrettate, ma un approccio intenzionale e umano, basato su formazione, ascolto e sperimentazione lenta.
Abbiamo ritrovato nella sua esperienza molti dei temi emersi durante il Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia a cui siamo statɜ lo scorso aprile. A un panel dedicato all’integrazione dell’IA nelle redazioni, Rubina Madan Fillion (New York Times), Chris Moran (The Guardian) e Tess Jeffers (Wall Street Journal) avevano già sottolineato quanto l’introduzione dell’IA sia prima di tutto una questione di cultura, di linguaggio condiviso e di consapevolezza. Oggi possiamo riaffermare questi due punti:
📌 Non si parte dalla tecnologia, ma dalle persone e dai problemi reali
Lo racconta bene Seward quando spiega come il suo team abbia attraversato la redazione con un “roadshow sull’IA” per parlare con i giornalisti e capire quali fossero i veri bisogni quotidiani. Il risultato? Uno strumento di sintesi (Echo) nato da un’esigenza reale.
📌 Cultura prima di adozione
Un punto condiviso anche dai panelist a Perugia: la tecnologia da sola non basta. Serve accompagnare le redazioni, spiegare come funzionano gli strumenti, cosa possono (e cosa non possono) fare. Serve, insomma, tempo.
Perché anche noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di fare lo stesso. Con Mangrovia stiamo sperimentando percorsi lenti, fondati sulla comprensione prima dell’adozione. Ogni innovazione che voglia essere trasformativa - non solo funzionale - ha bisogno di ripetizione, ascolto e preparazione. Come in ogni rito, serve creare uno spazio e un tempo separato in cui qualcosa possa cambiare. È anche il motivo per cui qualche mese fa abbiamo sospeso la sperimentazione con il tool di trend discovery che stavamo utilizzando inizialmente in redazione. Ci stiamo impegnando a sviluppare una policy interna sull’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale, partendo innanzitutto dal condividere in modo critico e responsabile come ogni giornalista usa tali strumenti. Una riflessione che non sarebbe stata possibile se un anno e mezzo fa non avessimo sperimentato uno strumento di questo tipo e non avessimo tentato di capire quali sono le nostre esigenze redazionali.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.