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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit nell’universo, il GERMOGLIO attecchisce grazie a un rifiuto, le LINFE scorrono verso una call for artists. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Vivere con meraviglia - Festival del pensare contemporaneo.
Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify. Brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 universo, largo circa 92 miliardi di anni luce e vecchio di circa 14 miliardi di anni. In questa grandiosità, esistono altri pianeti probabilmente abitabili dalla vita, tanto quanto la Terra. Perché è così importante conoscere se esistono altre forme di vita nell’universo, se non siamo gli unici in questa vastità?
🍃 Museum of Celestial Art, l’opera dell’artista Christina Ondrus sull’esplorazione extra-terrestre, che ci spinge a confrontare il nostro passato con l'osservazione cosmica e a riscoprire la pratica del guardare le stelle per capire chi siamo.
🍃 traffico spaziale, un concetto che si riferisce a qualsiasi movimento di oggetti artificiali nello spazio (satelliti, razzi, detriti spaziali). Al giorno d'oggi ci sono circa 27.000 oggetti tracciati attivamente in orbita intorno alla Terra, e il numero continua a crescere. Cosa possiamo fare?
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
Rifiuto: l’azione di scartare o di eliminare, come inutile o inutilizzabile oppure dannoso, e quanto così si scarta o si elimina: materiali, prodotti, sostanze di rifiuto, di lavorazioni e produzioni varie
In biologia la definizione di rifiuto è chiara: un concetto-ombrello per tutti i prodotti del catabolismo (dal greco antico καταβάλλειν, katabállein, "demolire") che vengono escreti o che in ogni caso non prendono più parte al metabolismo. Anche nel gergo psicanalitico, il rifiuto ha dei chiari contorni concettuali ed è meccanismo di difesa: rifiutiamo perché ci opponiamo alla percezione o al riconoscimento cosciente di qualcosa di spiacevole.
Nel campo ambientale, invece, tra opportunità, rischi, responsabilità e sanzioni, il margine tra rifiuto e non rifiuto è sempre più complesso e articolato. La definizione normativa di rifiuto in Italia è data dall’art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, il cosiddetto Testo Unico Ambientale, per cui, il rifiuto è “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. La scelta di disfarsi o meno di un oggetto o di un materiale, però, dovrebbe essere fatta secondo dati obiettivi. Non sta cioè al singolo decidere l’utilità o l'inutilità di qualcosa perché la cornice è ben più grande.
Il mondo dell’evidenza - ciò che utilizziamo, apprezziamo e ammiriamo - è circondato da un mondo che non c’è, poco visibile ma pur presente: quello dei rifiuti.
Di come mettere a valore i rifiuti, vi abbiamo già parlato intervistando Ogyre. Tra le storie di Mangrovia di questa settimana scopriamo i rifiuti spaziali, quelli che non vediamo ma che orbitano sopra le nostre teste.
🍃 Piovono rifiuti dal cielo. La strategia dell'Agenzia Spaziale Europea per ripulire lo spazio. Non si vedono ma esistono e tornano sulla Terra: sono i rifiuti che continuiamo a produrre con le attività spaziali e che affollano le orbite sopra le nostre teste. In media, cade dal cielo un oggetto a settimana, senza controllo: l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha quindi lanciato una strategia per correre ai ripari entro il 2030. Ecco come
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Lo spazio cosmico è sempre più ibrido: una miscellanea di astri e satelliti, corpi celesti e corpi artificiali. Uno spazio in cui i corpi degli esseri umani stessi sono ibridi perché dotati (e bisognosi) di tecnologie che consentano di esplorarlo. Nello spazio terrestre, quali sono gli spazi ibridi? E come li viviamo?
SHARESPACE, un consorzio europeo di ricerca e sviluppo composto da 14 partner di otto paesi diversi, tra cui l'Ars Electronica Futurelab, si occupa di esplorare gli spazi ibridi, quelli condivisi da umani e avatar, entrambi impegnati in attività collaborative incarnate.
La spina dorsale del progetto SHARESPACE è lo sviluppo dei cosiddetti Shared Hybrid Spaces (SHS) in cui la fanno da padrone le tecnologie XR (extended reality)
Fino al 24 novembre 2024 è aperta l’open call per realizzare la propria opera d'arte interattiva, multiutente e ibrida nel Deep Space 8K di Ars Electronica Center, sfruttando l'interazione incarnata tra persone e diversi tipi di Virtual Humans. L'opera d'arte sviluppata sarà mostrata all'Ars Electronica Festival 2025 e per lo sviluppo dell'opera l'artista riceverà 15.000 euro.
Per maggiori informazioni, puoi leggere questo documento.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Pensare e immaginare lo spazio cosmico ci fa percepire una sensazione di maestosità, stupore e meraviglia. Meraviglia che è anche il tema del Festival del Pensare Contemporaneo che si conclude oggi a Padova. Alessandro Fusacchia e Andrea Colamedici, rispettivamente curatore e direttore filosofico, lo introducono citando la Metafisica di Aristotele.
Aristotele idealmente prosegue: «Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia». Si continua a cominciare a pensare, ancora oggi. Si continua, cioè, a non farsi bastare ordini, mondi, cosmi e universi. Ed ecco che capiamo come il pensare contemporaneo ricominci, ogni volta, dalla meraviglia di un essere umano che non si accontenta di sopravvivere.
Ed è proprio così, con meraviglia, che ci aggiriamo tra le chioma di questa settimana per capire il significato e la portata del “vivere con meraviglia”. Come sostiene il festival, la meraviglia non è il semplice stupore intellettuale di chi passa dai “problemi” più facili a quelli più difficili, ma è il connubio di stupore e spavento - il thauma greco - che l’essere umano vive di fronte all’immensità e alla varietà del mondo, un sentimento da affrontare con lucidità perché possa trasformarsi in una potente forza esistenziale.
É forse attraverso la lente dello stupore misto a spavento che possiamo interrogarci e mettere in discussione le pieghe dell’ordinario? O le nuove sfide del mondo contemporaneo? Fino alle Tre Leggi della Robotica di Asimov, a quasi un secolo dalla loro formulazione? A Piacenza tre autori hanno provato a riscriverle, nel talk “Che fine ha fatto la fantascienza?”, e altri tre lo faranno il prossimo 11 ottobre alle 15, nel secondo appuntamento del format a cura di Sineglossa.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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