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In questo numero i SEMI viaggiano verso Torino, il GERMOGLIO attecchisce grazie ai meme, le LINFE scorrono verso una call nel sud della Francia. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: There is No Antimemetics Division di qntm.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana le due voci che compongono l’articolo che vi proponiamo oggi:
🍃 Alessandro Lolli, studioso che si occupa di filosofia, cultura pop e nuovi media. Ha pubblicato la prima edizione de La guerra dei meme nel 2017.
🍃 Max Magaldi, musicista e artista, ha suonato in tutta Europa con diversi progetti musicali. Dal 2021 è ideatore e direttore artistico di Memissima, il Festival della cultura memetica.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
meme: singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet)
Il termine "meme" deriva dal greco antico mimema, che significa “cosa imitata” ed è stato coniato dal biologo evoluzionista britannico Richard Dawkins nel 1976, nel suo libro Il gene egoista. Dawkins scelse la forma abbreviata "meme" per assonanza con "gene", con l’intento di descrivere come le informazioni culturali si diffondano in modo simile ai geni biologici: copiandosi, mutando, adattandosi all’ambiente culturale e combattendo per la sopravvivenza nella mente collettiva.
Ciò che rende qualcosa un meme è la presenza di un ceppo memetico, un potenziale latente che può attivarsi, trasformarsi e diffondersi. Anche un testo complesso o accademico può diventare memetico se viene rielaborato in modo da inserirsi nello spirito del tempo. La chiave sta nella trasformazione: alcuni meme sono pre-riflessivi e funzionano da soli mentre altri sono riflessivi, e acquistano senso solo se si conoscono i riferimenti precedenti. È in questo gioco di rimandi che si costruisce la loro forza.
Ma c’è di più: i meme non si limitano a reinterpretare il presente, contribuiscono a crearne il mito, in un processo di mitopoiesi che prende avvio grazie attraverso la ripetizione e la riconoscibilità collettiva. Proprio per questo, c’è chi, come Alessandro Lolli ne La guerra dei meme (Effequ, 2020) afferma che sono una vera e propria arte e li annovera insieme a all’architettura, alla musica, alla pittura, alla scultura, alla poesia, alla danza, al cinema, al teatro, alla radio-televisione e al fumetto.
Nell’articolo di oggi esploriamo questo linguaggio e il suo futuro in una realtà che non solo viene sempre più memata, ma ne sta assumendo le sembianze:
🍃 Il fenomeno collettivo dei meme. Un festival per esplorare il linguaggio più potente del presente. I meme sono diventati una delle forme espressive più potenti del nostro tempo. Memissima, il primo festival italiano dedicato alla cultura memetica, ideato da Max Magaldi, ne esplora limiti, trasformazioni e impatto sul presente. In un’epoca in cui ogni cosa sembra già pronta per diventare virale, i meme non si limitano più a raccontare la realtà: finiscono per anticiparla e condizionarla.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Fino al 30 aprile, è aperta la “OPEN CALL Summer Residency for Artists” di ABSTRACT MAG per 50 artisti e artiste visivi che si occupano di pittura, disegno, grafica, illustrazione, incisione, arte della carta, fotografia, scultura, ceramica e arte tessile.
La residenza si terrà nel sud della Francia, per due settimane, ad agosto del 2025 con, a seguire, una mostra post-residenza ospitata in una delle 50 gallerie partner del progetto e una pubblicazione stampata che verrà prodotta per presentare tutti i lavori creati durante la residenza.
Una parte integrante della residenza estiva è l'esplorazione di luoghi d'arte iconici nel sud della Francia come il Museo Picasso di Nizza, il Museo Matisse e la Fondation Maeght.
Per maggiori informazioni, guarda qui.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
The opposite of a meme is not a piece of information that doesn’t go viral. Even an academic paper that’s argot-filled and hard-to-skim contains weak strains of the memetic. They can be ignited if done right [...] The memetic lies dormant in everything, a secret is a match waiting to be lit. A password deep-fried or brainrotted might find its way into the zeitgeist if it’s re-worked correctly.The real anti-meme is something that has nothing at all to activate. No information, no strain of the memetic.
L’estratto viene da qui: la recensione recentemente pubblicata su Dirt al testo “There is No Antimemetics Division” di qntm e che vi proponiamo tra le chiome di questa settimana per capire che cosa è un anti meme. Ambientato nell’universo della SCP Foundation, un’organizzazione che si occupa di proteggere il mondo da anomalie scientifiche, il romanzo segue Marion Wheeler e una squadra di agenti che combattono entità che non possono essere registrate, comprese, né raccontate. Ogni pagina è un gioco mentale, un rebus in cui i personaggi (e i lettori) devono imparare a lasciare indizi a sé stessi prima che l’oblio li inghiotta. La narrazione, frammentaria e instabile, richiama la navigazione ipertestuale su internet: confusa, insonne, ossessiva. È una lettura che si dimentica da sola. Eppure resta, come una cicatrice invisibile.
Con uno stile che unisce horror, teoria dell’informazione e riflessioni sull’identità, There is No Antimemetics Division è molto più di una distopia criptica: è un’esplorazione inquietante della memoria, della percezione, di ciò che ci rende umani nell’era della dimenticanza digitale. Del perché, oggi, avremmo bisogno degli anti-meme.
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