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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit tra l'Uzbekistan ed il Kazakistan, il GERMOGLIO attecchisce sul ciclo idrosociale e le LINFE scorrono verso il Festival della complessità. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento su Linkedin: 𝐓𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐬 𝐨𝐟 𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 - 𝐚 𝐟𝐞𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐚𝐜𝐡 di Janna Visser.
Sei prontǝ a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify che abbiamo scelto per te.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 un lago situato alla frontiera tra l'Uzbekistan ed il Kazakistan, il lago d'Aral che ormai è quasi del tutto scomparso. Negli ultimi 60 anni ha perso, infatti, più del 90% della sua superficie portando ad un collasso ecosistemico. Il lago e il deserto creatosi dal suo prosciugamento possono essere un'occasione per testare soluzioni efficaci ai processi di desertificazione e riduzione di acqua potabile?
🍃 fiumi urbani che sono oggi molto inquinati ma che, nel corso della storia, hanno svolto un ruolo cruciale nelle strutture sociali delle città. Possiamo ripensare il loro ruolo all'interno delle città, ascoltando la loro voce? "The voice of the river" con il fiume Sprea a Berlino ci prova.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
Ciclo idrosociale: chiamato anche ciclo socio-idrologico o socio-naturale, si distingue dal ciclo idrologico perché mette in relazione circolare il flusso idrico (acqua superficiale, sotterranea e atmosferica), le infrastrutture idrauliche (come canali e dighe) e le relazioni sociali tra i vari attori coinvolti.
Tra il 2010 e il 2014, Jamie Linton e Jessica Budds, entrambi ricercatorɜ nel campo della geografia, hanno avanzato questo concetto. Appare sempre più evidente che la nostra nozione del ciclo dell’acqua vada ampliata, riconoscendo la stretta interdipendenza e l’enorme eterogeneità di relazioni tra l’acqua, le società e le varie religioni. “L'esplicitazione di tutti i valori dell'acqua dà riconoscimento e voce a dimensioni che vengono facilmente trascurate” afferma, infatti, il secondo principio dei Principi di Bellagio sulla valorizzazione dell’acqua, riconosciuti nel 2017 dall’High Level Panel on Water delle Nazioni Unite. Gli aspetti geofisici - come il clima, le precipitazioni (pioggia, neve, nebbia), la geologia, la vegetazione, i tipi di suolo - le tecnologie e infrastrutture che intercettano e alterano i diversi flussi di acqua, e gli aspetti culturali e religiosi che orientano diverse pratiche sociali sono tutti interdipendenti. E l’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo e ad un progetto comune in cui l’acqua racchiude più valori e non è più semplicemente un composto chimico formato da due atomi di idrogeno legati ad un atomo di ossigeno.
Le storie Mangrovia di questa settimana ne parlano. Per scoprirle:
🌱 Immergersi per far riemergere. Il valore dell’immaginario che ci lega all’acqua. Creazione, trasformazione, purificazione: l’immaginario legato all’acqua è profondo e fluido come il liquido a cui si associa ma ha delle caratteristiche comuni in ogni cultura e in ogni tempo. Anche da questo patrimonio, che rischia di essere sommerso, dipende una gestione dell’acqua davvero sostenibile. Ecco come l’arte può aiutare a recuperarlo.
🌱La linea del fiume. Il Mekong nell’era dell’Antropocene. La gestione del fiume Mekong è un puzzle geopolitico da cui dipende la sopravvivenza di milioni di persone. Ecco perché la sua acqua è sempre più salata e come un’antologia cinematografica ne offre una visione al 2030.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Quali sono tutte le possibilità in gioco nel campo dell’apprendimento? Ne siamo a conoscenza? Come l’AI può cambiare il nostro rapporto con la conoscenza?
Nell’ambito del Festival della complessità, giunto alla sua quattordicesima edizione, la linfa di questa settimana scorre verso l’evento organizzato dal Politecnico di Milano – METID Learning Innovation, in collaborazione con il Complexity Education Project, gruppo dedicato allo studio e alla diffusione di metodi e conoscenze su reti e sistemi complessi.
Il workshop si chiama “𝐀𝐈 𝐞 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨: 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐨” e si terrà online il 4 giugno dalle 14.30 alle 17.30 per parlare di Intelligenza artificiale nel campo dell’apprendimento autonomo e di come sperimentare nuovi percorsi flessibili e personalizzati di apprendimento.
Al workshop saranno presenti Susanna Sancassani, Managing Director di METID e docente del corso “Metodologie, strategie e stili di insegnamento” presso la Scuola di Dottorato del Politecnico di Milano, Daniela Casiraghi, instructional designer e project manager presso METID, e Massimo Conte, coordinatore editoriale del Complexity Education Project, gruppo dedicato allo studio e alla diffusione di metodi e conoscenze su reti e sistemi complessi.
Qui puoi trovare il link all’evento del 4 giugno mentre qui puoi trovare tutti gli eventi del Festival della Complessità. Un festival nato dalla convinzione che la natura, la vita, i sistemi biologici, le persone, i sistemi sociali, le città, i linguaggi, le società siano complessi e che la crescita e lo sviluppo richiedano relazioni, connessioni perché dove c’è interdipendenza nascono collaborazioni.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Quando scriviamo un articolo di Mangrovia, curiamo le fonti e le citazioni bibliografiche. C’è molta ricerca sommersa e sommessa dietro ogni articolo che pubblichiamo. Ma quanto incide, oggi, il modo di citare nei paper accademici o negli articoli di giornale sulla coltivazione e diffusione della conoscenza? Questa settimana, tra le chiome, incontriamo Janna Visser, project manager, ricercatrice e co-fondatrice di Feminist Project Management - un progetto che vuole formare sull’integrazione dei principi femministi nella gestione dei progetti - per riflettere sulle scelte che facciamo quanfo citiamo. Su Linkedin, circa due settimane fa, Janna Visser ha pubblicato cinque piccoli consigli su come citare con un approccio più femminista. Ve ne proponiamo alcuni:
☑ 𝐃𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐟𝐲 𝐬𝐨𝐮𝐫𝐜𝐞𝐬: Ensure your citations reflect diverse perspectives, especially those historically sidelined.
☑ 𝐂𝐞𝐧𝐭𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐫𝐠𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐞𝐝 𝐯𝐨𝐢𝐜𝐞𝐬: Prioritise citing scholars from marginalised groups, especially when discussing issues affecting them directly.
☑ 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐭𝐞 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐩𝐫𝐚𝐜𝐭𝐢𝐜𝐞𝐬: Reflect critically on whose voices are represented in your citations. Before submitting a paper, read the list of references carefully as a way of self-consciously paying attention to whose work you are reproducing.
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