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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit nel deserto di Sonora, il GERMOGLIO attecchisce grazie al ciclo dell’acqua e le LINFE scorrono verso Novacella. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Dead Drops “How to” - NYC
Sei prontǝ a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con il nostro sottofondo musicale su Spotify. Brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 Lara Shipley, una fotografa statunitense che ci aiuta ad attraversare la terra di passaggio dei migranti provenienti dall’America latina e centrale verso gli Stati Uniti, il deserto di Sonora, attraverso il racconto delle loro storie, desideri e difficoltà;
🍃 terre aride e di come il cambiamento climatico stia cambiando questi ecosistemi. Sai che le terre aride rappresentano il 46 per cento della superficie terrestre e ospitano il 38 per cento della popolazione mondiale? E che il 5 per cento delle terre aride ha subito una brusca perdita di vegetazione negli ultimi 20 anni? I governi locali ed organizzazioni internazionali possono aiutare le comunità locali a diventare custodi della propria terra per fare la differenza.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
Ciclo dell’acqua: dal latino cyclus, a sua volta dal greco antico κύκλος (kúklos), ossia cerchio. Una successione nel tempo di fenomeni che tendono a ripetersi in modo sempre uguale: evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione
Ciclo biologico, ciclo di sedimentazione, ciclo delle stagioni: l’essere cadenzato, periodico e regolare di un ciclo si adatta a descrivere molti fatti naturali, fenomeni geologici e attività umane e caratterizza anche un’idea di tempo per cui ogni evento è destinato a ripetersi. Se parliamo di ciclo dell’acqua, però, c’è un mito interessante di cui, secondo alcuni critici letterari, ci parla Omero nell’Iliade: quello in cui il tenebroso Tartaro - dove Zeus imprigionerà i Titani - e il possente Oceano, Dio delle acque e personificazione di un grande fiume primordiale, sono i protagonisti. Oceano, incanalandosi nelle profondità della terra, arriva fino al Tartaro per poi risalire in superficie e alimentare le sorgenti e i corsi d’acqua. Il ciclo idrogeologico che oggi conosciamo non è poi tanto diverso: nell’infiltrazione l’acqua torna sulla Terra tramite precipitazioni, permea il suolo fino a formare le falde sotterranee. Da qui risale nuovamente nei luoghi da cui è evaporata.
Ma da Omero ad oggi, che impatto avuto l’attività umana su questo ciclo?
In Mangrovia ce lo siamo chiestɜ e, a partire da oggi, parliamo di acqua dolce e dei suoi cicli, di quelli che abbiamo modificato nel tempo e di quelli che possiamo rigenerare, infiltrandoci tra laghi che cambiano colore, falde sotterranee, gestione delle risorse idriche e i valori che culture diverse danno a una risorsa così preziosa.
Le prime due storie Mangrovia e l’editoriale di questo mese sono online:
🌱 L’acqua che segna il cambiamento. Di rigenerazioni mancate e possibili. L’editoriale che apre il mese.
🌱 L’SOS cromatico dei laghi. Come e perché gli specchi d’acqua dolce cambiano colore. Chi li fotografa entusiasta forse non sa che i laghi stingono per le precipitazioni intense e diventano rosa o verdi per siccità inattese e l’azione di alghe e batteri. Effetti della crisi climatica e dell’inquinamento ambientale, a cui l’arte prova a dare voce
🌱 Fotografare l’acqua. L’Internet of Water tra monitoraggio e rappresentazione. Come si fotografa qualcosa che non sta ferma, o è coperta da altre cose, o è troppo distante? Le tecnologie di telerilevamento e monitoraggio in tempo reale dei bacini idrici attraverso sensori e algoritmi, promettono di risolvere almeno in parte questi problemi. Ecco come vengono utilizzate, tra arte e scienza
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Dal 2017, ogni anno, a fine maggio si svolge il Bressanone Water Light Festival in Lombardia: un festival in cui riflessioni su aspetti ecologici, economici e sociali intorno all’acqua e alla luce sono alla base dei lavori artistici. Il percorso di installazioni presso il centro storico di Bressanone è terminato il 15 maggio 2024 ma è possibile visitare fino al 29 giugno le opere d’arte esposte nell’Abbazia di Novacella. Ci sono artistɜ nazionali e internazionali: tra questɜ segnaliamo Dora Hichri, artista visiva e dottoranda in estetica e metodi delle belle arti, con C-P H₂O.
C-P H₂O si pone una semplice domanda: come appare l’acqua vista al microscopio? Per rispondere, nel febbraio 2024 Dora Hichri ha prelevato campioni d'acqua da varie fonti, come fiumi, ruscelli, pozzi e una cisterna dell'Abbazia di Novacella. Li ha essiccati per ottenere vari sedimenti e ha osservato le formazioni cristalline al microscopio per selezionare le più interessanti. L’arte riesce così a documentare la qualità dell'acqua locale.
Qui puoi vedere il programma completo delle installazioni in mostra.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Nelle chiome di questa settimana parliamo di gocce, ma non quelle d’acqua. Conosci le Dead Drops? È un sistema di file sharing offline, peer-to-peer e anonimo, creato dall'artista tedesco Aram Bartholl più di dieci anni fa e che consiste nella condivisione pubblica di chiavette USB in spazi aperti. Una dead drop, in altre parole, è simile a un trasferimento coordinato in cui una fonte lascia un oggetto fisico (documenti, dati, contanti) in un nascondiglio concordato. Dando un occhio al sito ufficiale di Dead Drops con la mappa dettagliata dei luoghi in cui sono presenti le chiavette, si scopre che in Italia le chiavette segnalate sono più di 130. Chiunque può accedere a una Dead Drop e tutte le persone possono installarla nel proprio quartiere o città, non necessitando di cavi o di tecnologia wireless. Nel manifesto di Bartholl si legge che le Dead Drops sono “il vero spazio pubblico”. Ma quali sono gli aspetti critici di questa pratica? Non serve molto per infettare un computer a cui si aggancia una chiavetta “corrotta”.
In questa grande rete di condivisione anonima, quanto si è dispostɜ a rischiare l’ “infezione” in nome della libertà di distribuzione dei dati?
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.