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In questo numero i SEMI nascono allo Zenit in Australia, il GERMOGLIO attecchisce grazie alla performance, le LINFE scorrono verso un festival a Lucca. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Muslism 3D, un videogioco pensato per combattere l’islamofobia.
Prima di cominciare, per chi ci segue da Varese e dintorni, giovedì 7 novembre Josephine Condemi (direttrice responsabile di Mangrovia) racconterà come in Mangrovia abbiamo scelto di adottare l'intelligenza artificiale, nel corso del panel Una generatività trasparente ed inclusiva: l’intelligenza artificiale del manifesto e il giornalismo del prossimo futuro. Interverranno anche Robert Alexander (responsabile progetto MeMa per il Manifesto), Matteo Bartocci (giornalista e responsabile progetti digitali, il Manifesto), Ruggero Marino Lazzaroni (data journalist), Luca De Biase (giornalista). L'incontro garantisce crediti per la formazione permanente dei e delle giornalistɜ: per ottenerli, registrarsi sulla piattaforma Formazione giornalisti.
Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Questa settimana Mangrovia allo Zenit ci racconta di:
🍃 lutto e accettazione della morte. La tecnologia, oggi, ci propone strumenti come i griefbots, sistemi di intelligenza artificiale che simulano le persone care scomparse, offrendo la possibilità di continuare a dialogare con loro. Ma è davvero la risposta giusta al dolore della perdita?
🍃 Uluru, una montagna nel cuore dell'Australia. Uluru è il simbolo vivente del Dreamtime, la visione ciclica del tempo che permea la cultura aborigena. Ma cos’è esattamente il Dreamtime? E cosa ci insegna sulla nostra connessione con la terra e con l'infinito?
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
performance: dal francese antico performer «compiere», derivato dal latino tardo performare «dare forma» e in italiano usato al femminile, in senso generico indica la realizzazione concreta di un’attività o di un comportamento in una situazione determinata.
Non è facile dare una definizione di performance. Ricorrendo all’etimologia della parola, sembra che essa derivi al verbo francese performer, che significa raggiungere e concludere un compito in vista del suo successo. Richard Schechner, ricercatore nel campo dei Performance Studies presso l’Università di New York, afferma ne Performance studies: an Introduction (New York & Londres: Routledge, 2006) che la nozione di performance è talmente vasta che “[...] qualsiasi evento, azione o comportamento può essere esaminato come se fosse performance”. Se ci pensiamo, in effetti, molte sono le situazioni in cui ha luogo: arte, sport, affari, rituali, giochi, tecnologia e, ancora, medicina, insegnamento. Anche nel linguaggio, si performa: nel 1955 il filosofo inglese John Langshaw Austin tenne le famose William James Lectures all’Università di Harvard, pubblicate postume nel 1962 con il titolo Come fare cose con le parole?, in cui ha introdotto gli atti performativi del nostro parlare. Quando diciamo sì all’altare, quando ordiniamo qualcosa al bar, quando chiediamo scusa per il disturbo: stiamo dando forma, agendo, cambiando lo stato attuale delle cose.
Per estensione, oggi, la performance è diventata una prestazione particolarmente valida con un risultato considerevole o ammirevole in tutto ciò che può essere considerato prova o manifestazioni, e si parla di società della performance per indicare un mondo dove l’essere umano non è più produttore o consumatore ma performer, imprenditore di sé stesso. Ma che cosa è veramente oggi la performance? Come si relaziona al tempo, allo spazio e ai nostri ricordi?
Oggi, inizia il mese dedicato alla performance nella cornice dell’estetica.
Questo è l’editoriale che apre il mese:
🍃 La performance oltre il rendimento. Un approccio disarmato all'azione
Da qui, invece, puoi leggere la prima storia della settimana:
🍃 Gli esports che allargano la partecipazione. Diverse abilità in campo per riscrivere il concetto di performance. Un’opportunità per dare il meglio, un modo per imparare cose utili, un mondo da ritrarre da vicino per raccontare meglio il rapporto tra tecnologia e persone: storie di chi trova negli esport una nuova definizione delle proprie performance.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Partire o restare? Difendere la tradizione o scommettere sull’innovazione? La storia dell’umanità e le storie individuali spesso si trovano davanti a questo bivio in cui si manifesta la tensione della performance stessa. Come vogliamo performare il presente?
La quinta edizione del Giungla Festival, in programma a Lucca dal 14 al 17 novembre, sostiene che, in fondo, è tutta una questione di radici che si possono tagliare e rinnegare oppure celebrare e valorizzare.
Promosso dall’associazione Sofa e curato da Irene Panzani, Giungla è un festival di arte contemporanea e un’occasione di incontro e confronto sul rapporto tra umano, natura e tecnologia. Ogni edizione ha una parola chiave diversa e nel 2024, con la parola radice, Giungla indaga il possibile equilibrio tra l’attaccamento alla propria terra e alle proprie tradizioni e il desiderio di emigrare. Lo fa guardando ai flussi migratori ma anche agli expats, ai remote workers, come a chi ha voluto rompere con la propria routine per andare a vivere altrove. Senza dimenticare la distanza radicale che oggi separa le generazioni in base alla capacità di adattarsi alle novità tecnologiche.
A proposito di linguaggio che dà forma alla realtà e la performa, vi segnaliamo:
🍃 Giovedì 14 novembre | Chiesa di Santa Caterina | Ore 17.30 – 19.00: Il corpo delle pagine. Scrittura e vita in Carla Lonnzi: la presentazione del volume scritto da Linda Bertelli, docente di Estetica alla Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Marta Equi Pierazzini, ricercatrice e docente all’Università Bocconi e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Insieme alla filosofa Elena Magalotti proporranno la lettura della vicenda esistenziale e intellettuale di Carla Lonzi che ha come perno il rapporto della pensatrice radicale con la scrittura.
🍃 Venerdì 15 novembre | Biblioteca Statale di Lucca | Ore 17.30 - 19.00: Fonti sintetiche, scaturito da un progetto curato da Guido Segni, Giungla e la Biblioteca Statale di Lucca, per indagare la complessa relazione tra storia e finzione nell’era dell’intelligenza artificiale a partire dagli archivi della biblioteca.
Il programma completo di Giungla lo trovi su www.giunglafest.it.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Non solo gli e-sports di cui vi abbiamo parlato nell’articolo di questa settimana, ma anche altri videogiochi, di recente sviluppo, sono in grado di promuovere un'esperienza più equa e rispettosa della realtà, aiutando a darle forma e a performarla con avatar virtuali e interfacce- utente.
Tra le chiome di questa settimana vi proponiamo Muslim 3D, un videogioco in cui gli e le utenti possono adottare avatar tridimensionali e muoversi in riproduzioni virtuali di luoghi sacri islamici: la Grande Moschea della Mecca, il Ponte di Jamarat, la Piana di Arafat e altri. Possono pregare, leggere, interagire tra loro, prendere parte a missioni, tornare indietro nel tempo per rivivere momenti storici cruciali della storia islamica o intraprendere un pellegrinaggio virtuale dell'Hajj.
Il gioco è stato sviluppato da Bigitec Studio, una startup di media digitali islamici con sede in Germania. L'obiettivo del gioco è creare un ambiente interattivo in cui le persone possano esplorare la storia e lo stile di vita islamici in modo positivo e avvincente, scardinando la narrazione predominante che vede i musulmani nei videogiochi o nei film come terroristɜ o persone arretrate.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.