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In questo numero i SEMI viaggiano tra Yale e North Bali, il GERMOGLIO attecchisce grazie alla polarizzazione, le LINFE scorrono verso una call per scrivere un racconto di fantascienza. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: 2024 music economics report di Duetti.
Sei prontə a coltivare questa Mangrovia? Ci vorranno circa 10 minuti.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify. Brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana alcune delle voci che abbiamo intervistato per l’articolo di oggi:
🍃 Jamil Zaki, professore di psicologia della Stanford University e direttore del Social Neuroscience Lab. Ha scritto Hope for Cynics (2024) e The War for Kindness (2019);
🍃 Laurie Santos, professoressa di psicologia a Yale e autrice di diverse ricerche scientifiche di comparazione cognitiva nonché creatrice del primo corso universitario al mondo dedicato alla ricerca della felicità (The Science of Wellbeing)
🍃 Zach Boakes, co-fondatore della North Bali Reef Conservation e scienziato marino la cui ricerca si è concentrata sui benefici ecologici, funzionali e socio-economici del ripristino delle barriere coralline a Bali, in Indonesia
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
polariżżazióne: der. di polarizzare dal francese polariser, derivato di pole «polo1», inteso come «ciascuno dei due punti estremi e simmetrici»
Nel linguaggio scientifico, e in particolar modo in fisica, la polarizzazione è quel processo che porta a una concentrazione di forze, per lo più di due nature contrapposte, in particolari punti, detti poli. Uno dei più famosi poli è forse quello magnetico e, nello specifico, quelle terrestre: uno a Nord e uno a Sud, verso i quali si orientano le estremità opposte dell'ago magnetico della bussola. Entrambi migranti, nel tempo, pur rimanendo sempre localizzati rispettivamente nelle regioni settentrionali e meridionali del globo.
E se un tempo il termine “polarizzazione” si applicava principalmente alla scienza, oggi è un concetto che attraversa la vita quotidiana fino a raggiungere le interazioni virtuali. Anche nell’ecosistema digitale, infatti, sembrano essersi creati dei poli magnetici che orientano la bussola delle idee e delle opinioni dei propri utenti. Su piattaforme come Twitter, Facebook o Instagram, le opinioni spesso si cristallizzano in due blocchi contrapposti, esacerbando le differenze e riducendo il dialogo a una semplice contrapposizione tra giusto e sbagliato. Ma c’è da chiedersi: cosa accade quando la polarizzazione diventa un modo di pensare? E quando il nostro stesso punto di vista è ridotto a uno degli estremi?
I social media agiscono da acceleratori, creando vere e proprie bolle di filtraggio, in cui ciascun individuo si confronta principalmente con chi condivide le proprie idee, alimentando il bias di conferma e rendendo sempre più difficile la comprensione delle posizioni altrui.
La storia Mangrovia di questa settimana ci parla di empatia come strumento per superare fenomeni divisivi e polarizzanti:
🍃 L’empatia che salva il clima. Come una ONG di Bali ripristina barriera corallina e fiducia. Siamo abituati a raccontare il cambiamento climatico come un fenomeno divisivo che ha come protagonisti attivisti e menefreghisti. Un racconto da cui i sentimenti umani sono stati del tutto espulsi a favore di dati e fatti usati spesso, però, come armi per attaccare l’una o l’altra fazione, anziché come strumenti di comprensione. E se la chiave per metterci d’accordo stesse proprio nell’includere, anziché escludere, le emozioni che nascono da questa lotta? Dall’Indonesia una storia di ascolto e di empatia che ha molto da insegnare.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
Il 20 gennaio 2025, Elon Musk, Jeff Bezos, Tim Cook e Mark Zuckerberg si sono schierati insieme ai politici conservatori durante l'insediamento di Donald Trump, a una fila di distanza dalla famiglia del presidente eletto. Il potere delle 5 grandi aziende tecnologiche (le cosiddette GAFAM, Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è paragonabile a quello di uno stato sovranazionale. Tuttavia, ancora non siamo pienamente consapevoli del loro ruolo politico.
È a partire da questo presa di coscienza che Fictional Journal - una piattaforma e pubblicazione online che indaga il coinvolgimento del design nella società - lancia una call aperta a racconti di fantascienza ambientati in un futuro prossimo e incentrati sull’impatto delle rivoluzioni tecnologiche.
Come potrebbero mutare gli equilibri di potere nell’industria tecnologica? E cosa accadrebbe se il controllo delle piattaforme sfuggisse completamente di mano?
La fantascienza - di cui abbiamo parlato anche in Mangrovia - riesce a creare immaginari che costruiscono le società del futuro. Si tratta, allora, di immaginare le conseguenze di un cambiamento tecnologico che sta ridefinendo le strutture di potere e di riflettere su dinamiche già in atto per predire le trasformazioni radicali e inaspettate.
Il contributo può essere un racconto breve (max. 8000 parole), un'opera visiva (statica o video) o un saggio (max. 2500 parole). Tutti i progetti devono essere definitivi al momento dell'invio. I contributi selezionati saranno pubblicati nella prossima pubblicazione di Fictional Journal, numero 5.
La scadenza è il 3 marzo 2025 (23:59 CET) .
Per maggiori informazioni, guarda qui
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
L’industria musicale sta vivendo una rinascita economica, ma a chi sta davvero giovando?
Secondo Ted Gioia, autore di
, la ripresa del settore non è sinonimo di prosperità per gli artisti. Piuttosto, è il risultato di un sistema in cui le piattaforme di streaming, le major e intermediari finanziari traggono il massimo profitto, mentre musicistɜ ricevono una quota sempre più ridotta dei ricavi.A proposito di piattaforme e musica, la settimana scorsa abbiamo parlato di sentiment analysis e Spotify e oggi, tra le chiome, vogliamo proporvi un report sul dietro le quinte della piattaforma svedese.
Nonostante l’aumento dei prezzi degli abbonamenti per i e le consumatorɜ, il pagamento per ogni 1.000 stream sulle principali piattaforme di streaming musicale è sceso da $4,04 nel 2021 a $3,41 nel 2024. Questo significa che, mentre il mercato cresce, la distribuzione della ricchezza continua a favorire le grandi piattaforme, lasciando gli e le artistɜ a dover competere in un sistema che remunera sempre meno il loro lavoro.
È davvero sostenibile questo sistema? O siamo di fronte a un'industria che rischia di soffocare chi ne è, in primis, protagonista?
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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