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In questo numero i SEMI viaggiano verso la Romania, il GERMOGLIO attecchisce grazie al microscopio, le LINFE scorrono verso una call queer. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Lettera a un consumatore del nord.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
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NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana, le voci che compongono l’articolo di oggi:
🍃 GCV, attiva in campo creativo da 15 anni con esplorazioni foto-performative, videowork, concetti espositivi, installazioni di oggetti d’arte e natura e, più recentemente, pratiche di earth-based/ land-art. È cofondatrice del collettivo Plastic Art Performance, un gruppo artistico con sede a Bucarest che dal 2020 collega coscienza-corpo-ecologia attraverso l’arte.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
microscopio: strumento atto a dare immagini ingrandite e usato per l’osservazione o la fotografia di oggetti molto piccoli (di solito opportunamente preparati secondo la tecnica microscopica), costituito da una o più lenti
C’è un’opera di René Magritte, La condizione umana, in cui una tela poggiata davanti a una finestra sembra fondersi con il paesaggio reale. Il confine tra ciò che è rappresentazione e ciò che è realtà si dissolve, lasciandoci sospesi in un gioco di percezioni. È da qui che comincia il nostro viaggio: dalla consapevolezza che ciò che vediamo non è tutto ciò che esiste. L’occhio umano, inteso come strumento ottico, ha infatti dei limiti: non possiamo avere una "visione distinta" di oggetti molto piccoli se sono troppo vicini a noi (limite di circa 250 mm) e non riusciamo a vedere come distinti due punti se sono troppo vicini tra loro (limite di circa 0,1mm). I microscopi sono, invece, finestre sul minuscolo, strumenti che ci rivelano l’invisibile: cellule che danzano e strutture che si intrecciano. È nel 1665 che lo scienziato Robert Hooke pubblica Micrographia, un libro che ha fatto scoprire al resto della comunità scientifica il micromondo, segnando in modo indelebile la storia della medicina e della biologia. Il microscopio ottico funziona facendo passare la luce visibile attraverso il campione da osservare. L'ingrandimento è determinato dall'obiettivo e un sistema di lenti, e gli ingrandimenti base vanno da 4X a 100X. Ne esistono, poi, di diversi tipi, sempre più sofisticati. Quelli ottici a contrasto di fase, ad esempio, permettono di osservare cellule vive e in movimento senza l'uso di coloranti. Ma ci sono anche quelli elettronici che utilizzano un fascio di elettroni al posto della luce visibile e elettromagneti al posto delle lenti.
Come nella pittura di Magritte, anche nella scienza ciò che appare non è mai tutto. I microscopi ci ricordano che oltre il visibile esiste un mondo vasto, complesso, vibrante di vita.
Un invito costante a guardare più a fondo, proprio come fa la protagonista della storia Mangrovia di questa settimana:
🍃 L’arte come cura ecologica. Microscopi, danza e fotografia nei progetti di GCV. Rifiuti di plastica e biodiversità invisibile, discariche abusive e piante in evoluzione. Il patrimonio naturale e tutto ciò che lo minaccia possono essere protagonisti di attività artistiche per rigenerare qualsiasi luogo sofferente del pianeta, assieme a chi li abita. L’artista ambientalista GCV racconta cosa può accadere quando tutto funziona e tutti partecipano.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
C'è qualcosa di profondamente queer nei mondi che si rivelano solo quando si cambia prospettiva. A proposito di mondi invisibili svelati dal microscopio, la natura può essere intesa come uno spazio fluido, non lineare, eccentrico: un luogo dove l'identità si mescola, si mimetizza e si reinventa. È proprio da qui che nasce la nuova open call di Seedlings Magazine: Queer as Nature — un invito a esplorare, attraverso arte e scrittura, le affinità radicali tra la queerness e il mondo naturale.
Fino alla mezzanotte del 31 maggio, è possibile inviare opere d’arte o di scrittura che esplorino: i giardini come spazi queer, ecologie queer, la queerness della/le tua/e natura/e, utopie naturali queer o realtà omofobe “innaturali”, arte queer che utilizza materiali naturali, osservazioni o storie di naturalistə queer, narrazioni e prospettive queer sul mondo naturale, arte naturale creata da artistə queer, la queerness come terra, aria, montagna, fiume, spiaggia, micelio.
Più il testo è viscerale e autentico (dal micro-racconto alla memoria, dalla poesia alle mitologie personali), più verrà apprezzato. Si possono inviare anche lavori in forma analogica e già pubblicati, di cui si abbiano i diritti.
Per maggiori informazioni, guarda qui.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
In un mondo dove ogni acquisto racconta una storia, tra le chiome di questa settimana vi proponiamo Lettera a un consumatore del Nord (Centro Nuovo Modello di Sviluppo, 1995), un testo ancora attuale che ci invita a guardare oltre lo scaffale del supermercato. Scritto con stile semplice, ma preciso, alla maniera della Scuola di Barbiana, questo libro ci mette di fronte a una realtà tanto invisibile quanto quotidiana: le nostre scelte di consumo alimentano un circolo vizioso di sfruttamento umano e ambientale.
Il testo è stato il primo libro, in Italia, ad averlo descritto lo sfruttamento che si cela dietro ai prodotti che vengono dal Sud del mondo e lo speculare arricchimento delle grandi multinazionali commerciali e di trasformazione. Oltre ad avere fatto da apripista per una diversa analisi dei rapporti Nord-Sud, il libro ha anticipato il ruolo che possiamo giocare come consumatori per la costruzione di un mondo più equo. Come afferma, nella prefazione, il giornalista e politico Alexander Langer, abbiamo “un piccolo potere da prendere sul serio”. Come?
Conoscere e scegliere bene l'impatto sociale ed ambientale dei nostri acquisti e consumi, ridurne attentamente la nocività… ed aumentarne invece l'equità e la compatibilità ecologica, organizzare ed usare circuiti capaci di promuovere e diffondere scelte accettabili, contribuire a finanziare - sia con le scelte di acquisto, sia con l'investimento dei propri risparmi - strutture solidali ed attente anche agli equilibri naturali, denunciare e boicottare commerci e prodotti iniqui e nocivi (e sono la vasta maggioranza), approfondire e diffondere l'informazione e la consapevolezza di fatti e circostanze, esigere sul piano politico e sociale che i nostri governi, le nostre amministrazioni locali, le nostre cooperative, i nostri sindacati, le nostre associazioni facciano scelte giuste ed evitino la complicità in quelle ingiuste: ecco un piccolo programma di sostegno ad una "lotta di liberazione" che la gente nel sud del mondo conduce anche per noi, e che questa "lettera" ci aiuta a capire e concretizzare.
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
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Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.